Il portiere olandese, che il pubblico di fede juventina ricorda bene, è stato una fonte d’ispirazione per un big moderno
E chi lo avrebbe mai detto. Di solito, quando un calciatore in attività confessa da chi ha tratto ispirazione, o di chi avrebbe voluto imitare le gesta e il comportamento in campo, quasi sempre ci si riferisce ad un predecessore avente più o meno le stesse caratteristiche. O di cui poterne ricalcare il gesto tecnico anche in virtù di un fisico avente le opportune analogie.
Niente di più sbagliato nel caso che ha visto coinvolto, come protagonista del racconto, un certo Edwin Van der Sar, il lunghissimo estremo difensore olandese visto anche in Italia con la maglia della Juventus.
Non indimenticabile, a dire il vero, il ricordo che l’estremo difensore oranje ha lasciato nel cuore dei sostenitori bianconeri. Dopo 9 anni tra le fila dell’Ajax – club col quale aveva anche fatto l’ultima parte della sua carriera giovanile – il nativo di Voorhout si trasferì in Italia, alla corte della ‘Vecchia Signora’, agli ordini di Carlo Ancelotti. Era l’epoca della Juve post Lippi, quella che vide poi affermarsi, nei due campionati che l’olandese disputò in Serie A, le due squadre romane ai vertici del calcio italiano. Prima la Lazio, nel 1999-00, poi la Roma di Fabio Capello, l’anno successivo.
Sopratuttto nel duello per il titolo contro la formazione giallorossa, pesa ancora l’incertezza di Van der Sar sul tiro di Hidetoshi Nakata, sulla cui difettosa ribattuta Vincenzo Montella, bomber della Roma, realizzò il gol del definitivo 2-2 che praticamente spense le velleità di rimonta dei bianconeri.
Ma torniamo al discorso iniziale. Cosa c’entra Van der Sar? C’entra nella misura in cui il portiere – ex anche del Manchester United – è stato l’idolo di gioventù di uno dei migliori estremi difensori d’Europa. Che abbiamo la fortuna di avere nel campionato di Serie A. Stiamo parlando di Mike Maignan, che nel corso di un’intervista rilasciata a Sportweek, ha confessato le sue passioni di giovane apprendista nel ruolo.
“Da bambino guardavo spesso Edwin Van der Sar. Poi mi sono quasi subito convinto che però dovevo essere io il modello di me stesso”, ha detto il portiere rossonero con riferimento ai suoi primi modelli da cui prendere ispirazione. Resta sorprendente la rivelazione dell’ex Lille, soprattutto se pensiamo a quanto siano diversi, per caratteristiche fisiche, il portiere oranje da quello transalpino.
Parole che oggi suonano come un omaggio molto toccante per il grande ex portiere e oggi dirigente olandese, che pochi mesi dopo aver lasciato l’Ajax si è ritrovato ricoverato in terapia intensiva per un’emorragia cerebrale. Tutto il calcio fa il tifo per lui, a maggior ragione lo starà facendo anche Mike Maignan, pronto a sostenere il suo idolo d’infanzia in questa nuova partita, la più difficile di tutte. In bocca al lupo, Edwin!
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