Segnali di disgelo dal mondo del calcio nei confronti della Russia, al centro di un vero e proprio embargo dal giorno dell’invasione dell’Ucraina
Da quel maledetto 24 febbraio del 2022, il giorno in cui la Russia diede inizio all’aggressione dell’Ucraina, l’Occidente compatto si è impegnato a sanzionare in ogni modo tutti i settori dell’economia russa, nessuno escluso. Anche il mondo dello sport ha fatto la sua parte, assumendo decisioni drastiche nei confronti degli atleti russi.
Molti di loro in svariate discipline sono stati estromessi da tutte le competizioni, altri per poter gareggiare sono stati costretti a rinunciare al proprio status. Nel tennis per esempio i giocatori russi possono disputare tutti i tornei del circuito ATP ma solo da privati cittadini e non in qualità di atleti tesserati della Federazione russa.
Il calcio ha agito con provvedimenti ancora più drastici: la UEFA ha stabilito che tutte le squadre russe, dai club alle nazionali, fossero estromesse da ogni competizione organizzata sotto la sua egida. Niente coppe europee e niente campionati europei, compresi quelli Under 21. Una decisione che il presidente Ceferin ha preso a malincuore ma da cui non poteva esimersi, alla luce delle durissime reazioni di tutto l’Occidente alla insensata invasione russa dell’Ucraina.
Il calcio non poteva restare indifferente a una guerra scatenata nel cuore dell’Europa e che continua a mietere centinaia di vittime ogni giorno. In queste ultime ore però è accaduto qualcosa di nuovo: proprio l’UEFA ha preso una decisione che ha già scatenato furiose polemiche.
A partire da questo momento le squadre giovanili russe potranno nuovamente disputare i tornei di propria competenza. L’annuncio ufficiale è arrivato all’improvviso tramite un comunicato stampa: “La UEFA riammette le squadre giovanili russe composte da soli minorenni“. Una frase che nel giro di qualche istante ha scatenato una raffica di polemiche.
Secondo illustri politologi e commentatori di ogni provenienza, il gesto dell’UEFA non è accettabile: si tratterebbe di una concessione gratuita alla Russia che dal canto suo non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi nè di dare vita a un negoziato per risolvere il conflitto contro l’Ucraina.
Alexsander Ceferin però è di parere diverso: l’avvocato sloveno numero uno dell’UEFA è convinto che il mondo dello sport debba farsi portavoce di un messaggio di pace e la scelta di tendere la mano ai giovani atleti russi può essere un buon punto di partenza. Il tempo dirà chi ha ragione.
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