Lo Special One, nel pieno del momento forse più difficile della sua esperienza romana, chiede ‘aiuto’ alla leggenda giallorossa
Aveva avuto la freddezza – oppure semplicemente, a fine stagione, non ne poteva davvero più – di dirlo nelle interviste post partita dell’amara notte di Budapest. Quella in cui la Roma aveva accarezzato da vicino il sogno di vincere l’Europa League.
Cosa che, se realizzata, avrebbe fatto entrare Mourinho nella leggenda del club, consentendogli tra l’altro di partecipare alla successiva Champions League. E da testa di serie.
Lo Special One nel post partita della gara contro il Siviglia aveva lamentato l’assenza di una figura istituzionale, in società, che parlasse con gli arbitri. Che intrattenesse dei rapporti in via ufficiale col mondo arbitrale considerando non solo le grandi polemiche attorno alla direzione di Taylor nel match appena concluso, ma anche per i tanti episodi dubbi in campionato.
Re delle espulsioni, e delle relative squalifiche in Serie A, per comportamenti irriguardosi nei confronti di qualsivoglia membro della sestina arbitrale, il tecnico portoghese aveva in sostanza lamentato di esser stato lasciato da solo a combattere contro i mulini a vento. La soluzione, forse, potrebbe però esser stata trovata dallo stesso allenatore giallorosso.
Dopo una non esaltante esperienza da dirigente nella precedente gestione americana della Roma – quella targata James Pallotta, che non portò neppure un trofeo nella bacheca del club capitolino – Francesco Totti è stato richiamato al proscenio. Direttamente dallo Special One. E proprio come figura ‘autorizzata’ ad intrattenere un dialogo costruttivo con le istituzioni del mondo arbitrale.
L’indiscrezione, lanciata da Repubblica.it e poi confermata da altre fonti, sarebbe coerente con quanto spesso, in altre esperienze lavorative in panchina, ha chiesto ed ottenuto il tecnico portoghese. Ovvero un’ex calciatore del club – in questo caso il più rappresentativo dell’intera storia giallorossa – al suo fianco per svolgere gran parte del lavoro extra tecnico. Su cui Mourinho non può e non vuole più esporsi in prima persona.
Al momento non si conosce la volontà della leggenda giallorossa riguardo l’originale – e già apprezzatissima – proposta che il mister dei capitolini avrebbe avanzato alla famiglia Friedkin.
Dopo aver incassato la piena fiducia di Tiago Pinto, che ha anche messo a tacere le voci di presunti dissidi sul mercato tra lo stesso e Mourinho, quest’ultimo ha deciso di fare di necessità virtù, proponendo direttamente un personaggio nel ruolo preposto a tali compiti. Come a dire ‘Se la montagna non va da Maometto, Mourinho va dai Friedkin‘.
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