Il fulmine a ciel sereno dello scorso 13 agosto non aveva dei contorni precisi fino a quando non è venuto fuori il retroscena sulle dimissioni di Mancini
La Nazionale ha perso il suo ct a 20 giorni dagli impegni ufficiali di qualificazione ai prossimi Europei in Germania. Una scelta per molti inspiegabile che ora invece sembra direttamente collegata ai comportamenti del presidente FIGC Gravina.
Tutto ad un tratto la Nazionale italiana si ritrova senza ct e paradossalmente senza una spiegazione precisa. Il 9 e il 12 settembre ci saranno le sfide con la Macedonia del Nord e con l’Ucraina, valide per le qualificazioni agli Europei tedeschi del prossimo giugno. Dopo aver perso con l’Inghilterra a Napoli, gli Azzurri non possono permettersi altri passi falsi. Passano si le prime due ma a questo punto l’Ucraina è un avversario diretto da tenere in forte considerazione.
Proprio per questo tutti ritenevano azzardata la mossa di Roberto Mancini di lasciare la nave proprio alla vigilia di match così delicati. Perché non ha mollato dopo il Mondiale saltato o al termine delle finali di Nations League, con l’eliminazione subita per mano della Spagna? Una domanda lecita e posta dalla maggior parte dell’opinione pubblica.
Ora scopriamo però che dietro alle motivazioni personali addotte dall’ex tecnico dell’Inter c’era ben altro, riguardante il rapporto con il presidente della FIGC Gabriele Gravina.
Nazionale, lo sfogo di Mancini svela la polvere sotto al tappeto
Sfogandosi con la stampa nella giornata di Ferragosto, Mancini ha spiegato per filo e per segno cosa ha portato alla rottura definitiva. Dopo essere stato insignito del ruolo di coordinatore di tutte le Nazionali giovanili, il ct ha mollato di botto, stufo di un rapporto che non andava più.
“Ho cercato di spiegare le mie ragioni a Gravina – spiega il Mancio alla Repubblica – volevo tranquillità ma lui non me l’ha garantita”. Un attacco diretto al presidente federale, considerato adesso la causa di un tracollo clamoroso e al centro di una vera e propria bufera, considerando anche il comunicato infuocato del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a seguito dell’interesse per Spalletti. Un attacco forte e circostanziato, che Mancini struttura bene per far ricadere tutte le colpe su Gravina: “Non si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff del suo allenatore ed è da un anno che voleva farlo. Aveva idee opposte alle mie“.
Mancini ha anche sottolineato che il suo è stato un gesto d’amore, che meditava da mesi. Ora resta da capire chi prenderà il suo posto, considerando che Spalletti è ancora bloccato dal contratto con De Laurentiis. Nei prossimi giorni verrà annunciato il nuovo ct, con l’ex Napoli che resta comunque in pole position.