Luciano Spalletti, CT della Nazionale, ha messo su una terapia d’urto per l’Italia: ecco il retroscena
Quando le cose vanno male si cercano sempre i modi per uscirne fuori e tornare a far splendere il sole. Ne deve sapere qualcosa anche Luciano Spalletti, che ha avuto un impatto non dei migliori con l’Italia. Il pareggio contro la Macedonia del Nord ha lasciato strascichi su cui il CT ha provato ad intervenire con urgenza. L’ex Napoli ha provato una terapia d’urto subito dopo quel match, con il retroscena che è emerso solo in queste ore.
Spalletti caratterialmente è molto diverso da Mancini. Il primo esternava al di fuori le presunte potenzialità della sua Nazionale, sbandierando l’essere forti e asserendo anche con una certa sicurezza e arroganza di essere sicuro di arrivare all’obiettivo. “Andremo al Mondiale”, è una laconica frase che parecchie volte abbiamo sentito dall’ex CT.
Spalletti, invece, è diverso. Non esterna così platealmente quello che pensa. Lo fa solo per caricare l’ambiente. Mantiene la calma e l’ottimismo davanti alle telecamere ma spesso pone anche le mani avanti.
Lo ha fatto durante la sua esperienza al Napoli, quando dopo il terzo posto del primo anno disse che sarebbe stato molto difficile ripetere il piazzamento Champions. E invece fu scudetto. Con l’Italia non si è ancora esposto in maniera così netta né in bene né in male.
E qui arriviamo al retroscena: ha invitato l’Italia a crederci all’interno dello spogliatoio. Già al termine del match di Skopje ha confortato i suoi ragazzi, chiedendo coraggio e faccia tosta. E soprattutto motivandoli sulla propria forza. Un posto d’onore nel calcio europeo appartiene all’Italia ed è tempo di tornare a riprendercelo perché si è forti. Questo il senso del messaggio di Spalletti. Questi concetti li ha ripetuti ad oltranza nello spogliatoio ma anche fuori, per rivitalizzare tutto l’ambiente.
Inoltre, e qui ci spostiamo sul lato tattico, il CT sta pensando anche di inserire una variante per le sue prossime uscite. Non solo il 4-3-3 ma anche il 4-2-3-1 con più fantasia in avanti, magari sfruttando al meglio le caratteristiche di quel Raspadori che a Napoli ha fatto crescere. Il tecnico può alternare i due moduli, un po’ come faceva nel suo primo anno partenopeo, anche perché ha notato dei netti miglioramenti quando è passato al modulo fantasia.
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