Conquistare un ambito traguardo dopo una cavalcata lunghissima. Ora le due squadre potrebbero perdere la cadetteria per motivi differenti.
Il calcio, soprattutto con l’avvento in FIGC del presidente Gabriele Gravina, non è solo quanto avviene in campo. L’inquilino di Via Allegri ha fatto del rispetto delle regole una bussola, questo a prescindere dalla categoria in essere. Le prossime due settimane saranno cruciali per il destino di Lecco e Reggina, rispettivamente neo-promossa in B l’una, l’altra reduce da un salvataggio spericolato dentro fuori dal campo.
Il tema riguarda il possesso dei requisiti per iscriversi alla cadetteria. Come scrive La Gazzetta dello Sport, le vicende sono differenti, con una sorta di assente compartecipazione da parte delle istituzioni nel caso del Lecco.
Il Lecco rischia di restare fuori per un cavillo legato allo stadio. La squadra calabrese, diversamente, non avrebbe rispettato un piano di risanamento concordato con istituzioni extra-calcio.
Andiamo per ordine, partendo dai lombardi. Il 18 giugno, superando 3-1 il Foggia nei ritorno della finale Playoff, il Lecco si è assicurato il salto nella serie superiore. Il presidente Paolo Di Nunno ha quindi prodotto quasi tutte le carte necessarie per iscriversi, nei tempi prescritti. Il quasi riguarda la mancanza della firma del Prefetto di Padova sullo stadio, l’impianto Rigamonti-Celli. Il Lecco infatti aveva indicato il catino veneto per le gare interne del prossimo anno. Ma cosa è successo?
Iscrizione serie B: il Lecco spera. Reggina al buio
Il 19 giugno la società si è mossa per presentare tutta la documentazione entro la mezzanotte di martedì 20 giugno. Purtroppo Raffaele Grassi, prefetto di Padova, non era in città e quindi ha potuto firmare l’autorizzazione all’uso della struttura solo mercoledì mattina. La perentorietà del termine ha fatto scattare il no all”iscrizione.
Due i fattori che sanno di beffa per i neopromossi. In primis, i playoff sono stati spostati di 10 giorni per un ricorso del Siena contro la penalizzazione di 2 punti, traslazione che non ha comportato lo slittamento delle scadenze. In secondo luogo, come scrive calcioefinanza.com, prima della finale col Foggia, il Lecco aveva richiesto una proroga alla Commissione Criteri infrastrutturali della FIGC, senza ricevere alcuna risposta.
I blucelesti per tutte queste ragioni possono sperare, diverso il discorso dei calabresi. La violazione consiste nel mancato pagamento di 757mila euro allo Stato. Cifra dovuta dopo l’ok ricevuto al piano di risanamento concesso dal Tribunale fallimentare di Reggio Calabria. Qui c’è un vulnus cronologico. Per il Tribunale la scadenza era il 12 luglio, per le norme FIGC, questo tipo di pendenze va saldato entro il 20 giugno.
Gravina: “Con la Reggina norme applicate per difendere la competizione”
“Gli organi di giustizia della FIGC hanno applicato le norme a difesa dell’equa competizione e infatti hanno sanzionato chi, pur in costanza di una legge che glielo consentiva, non ha provveduto a pagare quanto previsto dalle norme federali”, aveva affermato l presidente della Figc, Gravina. subito dopo l’esclusione della Reggina.
Oltre ai due diretti interessati, in gioco ci sono anche Brescia e Perugia, potenziali ripescati in ordine di piazzamento. Il 30 giugno si pronuncerà la Commissione Infrastrutture per quanto riguarda il Lecco e la Covisoc per la Reggina. L’ultima parola spetterà il 7 luglio al Consiglio Federale.