Gian Piero Gasperini è un caso: all’Atalanta scoppia la polemica sul tecnico dei nerazzurri. Arrivano delle testimonianze schock, ecco tutti i dettagli.
Nuove rivelazioni scottanti riguardo il rapporto tra i giocatori e Gian Piero Gasperini. Il tecnico, considerato uno dei migliori in Italia nella valorizzazione dei giovani talenti, ha ricevuto delle pesanti accuse da parte di un suo ex giocatore che s’è aggiunto alla lista di quei suoi ex compagni di squadre che, nel corso degli anni, hanno avuto delle scaramucce con l’esperto allenatore che dentro allo spogliatoio è un vero e proprio sergente di ferro. Ecco tutte le motivazioni che hanno spinto il calciatore a lasciare l’Atalanta nella scorsa finestra di calciomercato.
Caso Gasperini all’Atalanta? Le parole del calciatore non lasciano dubbi riguardo l’atteggiamento autoritario del tecnico che, nello spogliatoio, non è ben visto dai giocatori. Ecco tutti i dettagli dopo l’intervista dell’ex Atalanta che ha vuotato il sacco e rivelato i motivi che l’hanno spinto a lasciare Bergamo nel corso della sessione estiva di calciomercato 2023.
Joakim Maehle, passato al Wolfsburg in estate dopo delle buone stagioni con la maglia dell’Atalanta, dal ritiro della sua Nazionale s’è tolto qualche soddisfazione ed ha spiegato i motivi che l’hanno portato via dall’Italia. In particolar modo, l’esterno svizzero ha rilasciato delle dichiarazioni al vetriolo contro l’allenatore Gasperini.
Dopo Kjaer, Gomez ed altri giocatori, alla lista dei giocatori che hanno lasciato l’Atalanta per colpa di Gasperini s’aggiunge anche Maehle che ha parlato così della sua avventura in nerazzurro.
“Ero in cerca di una nuova sfida, in un club che potesse offrirmi un ruolo diverso rispetto all’Atalanta, dove ero sempre in ballottaggio e a rischio panchina. Qui in Germania, al Wolfsburg sento la fiducia e sono parte di uno spogliatoio più unito, in squadra c’è buonumore. Questa sensazione mi mancava da tempo”.
“Posso dire che all’Atalanta non ero libero, noi giocatori non avevamo tempo per goderci il tempo visto che il nostro allenatore ci faceva allenare sempre di pomeriggio. Passavamo tanti giorni al centro sportivo, quello di Gasperini era quasi un approccio dittatoriale: decideva sempre tutto lui. Quando c’era doppio allenamento dovevamo restare a dormire nel centro sportivo”.
Maehle spiega i suoi disagi all’Atalanta.
“Con l’allenatore non c’era rapporto, non ti sentivi una persona ma un numero. C’erano degli atteggiamenti strani, non voleva che portassi Hojlund in auto con me, mi rimproverava per ciò”.
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