È bastato il mezzo passo falso casalingo contro il Bologna per scatenare gli addetti ai lavori, che hanno già ‘messo in guardia’ Allegri
Nessun alibi. Nemmeno la campagna acquisti in tono minore – è arrivato il solo Timothy Weah, con Andrea Cambiaso rientrato dal prestito – può fungere da scusante per Massimiliano Allegri, chiamato finalmente a vincere al suo terzo anno della sua seconda avventura sulla panchina bianconera.
Il pre-campionato incerto era stato in qualche modo spazzato via dalla convincente vittoria all’esordio contro l’Udinese, regolata da tre gol nei primi 45′ della sfida. Poi, nella successiva gara casalinga contro il Bologna, ecco tornare i vecchi fantasmi.
Si è infatti rivista, almeno per larghi tratti del match, una Juve timida, impacciata, senza personalità, con i felsinei che hanno anche rischiato di portare a casa l’intera posta se non fosse stato per la scellerata decisione dell’arbitro Di Bello di non concedere il rigore del possibile 0-2 (con relativa espulsione di Iling-Junior, l’autore del fallo), che avrebbe seppellito le speranze di rimonta dei bianconeri.
Alla fine è arrivato un pareggio che ha comunque lasciato l’amaro in bocca ai tifosi, che speravano di mantenere il passo di Milan e Napoli, già vittoriosi nelle loro partite, e dell’Inter, che il giorno dopo avrebbe espugnato Cagliari con apparente facilità. Invece, sebbene siamo solo all’inizio, la Juve deve già rincorrere. E Allegri sente già la pressione del mondo tutta sulle sue spalle.
“Quest’anno tutto è nelle mani di Allegri. Avendo quello che tutti gli allenatori sognano, quindi giocare una volta a settimana e poter allenare la squadra, se non riesce a vincere allora la colpa è sua“, ha tuonato il giornalista Luca Calamai, intervenuto ai microfoni di TMW Radio. “Bisogna ricordare che Allegri guadagna una cifra spaventosa, ora deve vincere punto e basta. Per me la Juve è una delle favorite per lo Scudetto“, ha concluso.
Parole, condivise anche da buona parte della piazza bianconera nonché da un cospicuo numero di addetti ai lavori, che suonano come una sorta di monito per il tecnico toscano. Allegri deve finalmente giustificare, sostengono i suoi detrattori o comunque coloro che lo aspettano al varco, l’elevato ingaggio annuo che percepisce da due anni. E che prenderà fino al 2025. E che è stato uno dei motivi per i quali la proprietà non ha avviato la tanto attesa rivoluzione tecnica che in molti chiedevano.
La stagione è solo all’inizio, comunque. C’è tutto il tempo di far ricredere gli scettici riportando la Juve sul tetto d’Italia. In attesa che l’anno prossimo si possa tornare in Europa con delle credenziali di un certo tipo.
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