La situazione di José Mourinho alla Roma va monitorata con grande attenzione: come stanno le cose e cosa rischia davvero il tecnico portoghese
La partita tra Sassuolo e Roma è stata consegnata alla storia della Serie A, con una vittoria pesante per i giallorossi nel percorso dei capitolini verso le prime posizioni in classifica, dopo un inizio di campionato difficile.
Il gioco si fa duro, perché i tanti impegni si fanno sentire, gli avversari non regalano nulla e le trasferte spesso sono insidiose. Allora José Mourinho ha iniziato a giocare, per davvero, alla sua maniera. L’allenatore ha parlato chiaro prima del match contro il Sassuolo e di sicuro non è stato così tanto diplomatico, almeno dal punto di vista di chi l’ascoltava. Se l’è presa innanzitutto con la designazione di Matteo Marcenaro, arbitro che lui riteneva inadatto a gestire una partita così difficile: “La sensazione è che non abbia la stabilità emozionale per una partita di questo livello”. E subito dopo ha fatto degli esempi ben chiari, prima di prendersela con Domenico Berardi e il suo modo di stare in campo.
Le dichiarazioni in conferenza stampa hanno creato un piccolo caso mediatico, e non solo dal punto di vista giornalistico. Alessio Dionisi, ad esempio, ha risposto con una stoccata al suo collega: “Se c’è una squadra che ha il fair play siamo noi e non quella che avevamo dall’altra parte”, ribadendo più volte che lui non ama parlare dei suoi avversari.
Le parole dello Special One non sono passate inosservate neanche alla procura federale. È stato, infatti, avviato un procedimento per dichiarazioni lesive proprio in seguito ai contenuti della conferenza stampa dell’allenatore giallorosso prima del match contro il Sassuolo.
È stata poi notificata la contestazione formale con avviso di conclusione delle indagini, e quindi ora si attende per capire quale sarà il provvedimento che sarà effettivamente preso nei confronti di Mourinho. Dopo il caso, si attende il deferimento, ma più che dal punto di vista giudiziario, il segnale sarà inviato a tutto il sistema.
Ora il tecnico ex Inter e Chelsea, insieme alla Roma, dovrà ragionare sulla strategia difensiva da adottare. Sicuramente avrà a disposizione cinque giorni di tempo per presentare le memorie difensive, e potrebbe esserci anche un interrogatorio all’allenatore da parte del procuratore federale, Giuseppe Chiné. La vittoria giallorossa sul campo, quindi, non è l’unica cosa da tenere a mente.
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