Luciano Spalletti ha già preso possesso della sua Nazionale e si prevedono fuochi d’artificio dentro e fuori dal campo. Soprattutto in avanti
“La Nazionale aveva bisogno di un grande allenatore”, ha detto Gabriele Gravina. E l’ha trovato in Luciano Spalletti. Una scelta precisa, diretta, voluta al punto da sfidare De Laurentiis e il cavillo contrattuale della discordia.
Un comunicato di fuoco, quello del presidente del Napoli di una settimana fa, per spiegare chiaramente che la separazione non sarà così pacifica e che pretenderà i 3 milioni di penale, che in realtà dal 1 settembre saranno 2 milioni e 650 mila euro. Ma la Figc non si è scomposta ed è andata dritta per la propria strada, ufficializzando la nomina di Spalletti come nuovo commissario tecnico.
E così l’erede di Mancini si ritrova di fronte una bella sfida: quella di ravvivare l’entusiasmo intorno a una Nazionale ancora scottata dalla mancata partecipazione al Mondiale in Qatar e con la qualificazione ai prossimi Europei ancora in bilico. Si riparte dal 9 settembre con la Macedonia e dal 12 contro l’Ucraina per le qualificazioni europee, si riparte dal suo 4-3-3 e dai senatori azzurri scudettati.
E proviamo quindi ad immaginare quale sarà la formazione tipo di Spalletti alla guida dell’Italia, ragionando prevalentemente su ciò che potrebbe cambiare rispetto alla gestione Mancini. A partire proprio dai protagonisti del suo Napoli: Di Lorenzo sarà intoccabile, Politano potrebbe trovare più spazio e forse perfino Meret potrebbe insidiare Donnarumma nelle gerarchie.
A centrocampo il Napoli non presentava nessun “azzurrabile” se non il giovane Gaetano che difficilmente troverà spazio, ma in mediana c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Occhio alla crescita di Tonali, che potrebbe fare anche il vertice basso – ma ci sono anche Locatelli e Jorginho – mentre ai lati scalpitano i vari Barella, Frattesi, Pellegrini e c’è comunque ancora Verratti che può dire la sua da mezzala. Le novità più interessanti però potrebbero essere in attacco.
Se a destra ci si aspetta molto dal riscatto di Federico Chiesa e Nicolò Zaniolo senza dimenticare Berardi e il pupillo Politano, a sinistra potrebbe finalmente trovare spazio Mattia Zaccagni, epurato di lusso della gestione Mancini sebbene non avesse alternative credibili.
Potrebbe invece nascere un po’ di bagarre sul ruolo di punta centrale. C’è sempre Immobile, cresce Retegui che ora potremo vedere da vicino così come Scamacca. Ma soprattutto attenzione a Jack Raspadori, che finalmente potrà prendersi il posto al centro dell’attacco senza dover scalare la montagna Osimhen. Con Spalletti il 9 l’ha fatto, e molto bene, specialmente in Champions League. Una vetrina internazionale come quella che gli può offrire un’Italia finalmente pronta a ripartire.
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