Il Napoli di Garcia potrebbe cambiare pelle nelle prossime settimane: la chiave di volta potrebbe essere Kvaratskhelia.
Il calciomercato cambia il volto del Napoli. Se in questi giorni in tanti, tra i principali commentatori di calcio nazionale e locale, hanno fatto la corsa a evidenziare le differenze tra il Napoli di Spalletti e il primo stagionale firmato Garcia, la verità è che di rivoluzionario, fin qui, c’è stato poco o nulla. Ma potrebbe esserci tra non molto, complice l’ingresso di Kvaratskhelia in rosa e di un eventuale nuovo acquisto.
In attesa di capire se Lozano partirà o meno, sembra sempre più concreta la pista che porterebbe al danese Lindstrom come suo sostituto in caso di partenza del messicano. Un giocatore giovane (classe 2000), di grande talento ma anche estremamente diverso rispetto al Chucky. Può agire come ala, sì, ma di base è un trequartista, ruolo non presente fino a questo momento nel Napoli. Che possa essere in arrivo una vera mutazione genetica per la squadra di Garcia?
Tutto parte dal 4-3-3, modulo che, di base, il tecnico francese non vorrebbe cambiare. Se è vero che Kvaratskhelia sembra nato per fare l’esterno in alto a sinistra, è altrettanto vero che dall’altro lato, al di là di Politano, un’eventuale partenza di Lozano costringerebbe a trovare soluzioni alternative.
Questo va considerato. Così come va tenuto in considerazione il fatto che Simeone per Garcia è qualcosa in più di una semplice alternativa, e potrebbe ritagliarsi importanti spezzoni di partite non in vece di Osimhen, ma al suo fianco. Le due punte sono una soluzione che l’allenatore contempla e che potrebbe utilizzare in determinati momenti. Magari anche con altri interpreti. Come lo stesso Kvaratskhelia, su cui l’allenatore potrebbe lavorare per cercare di farlo diventare anche una letale seconda punta.
Garcia cambia il Napoli: con Kvaratskhelia può arrivare una vera rivoluzione
In realtà la soluzione più naturale, dovesse arrivare a Napoli effettivamente Lindstrom dall’Eintracht Francoforte, potrebbe essere, in assenza di Politano, un passaggio al 4-3-2-1, parente stretto del 4-3-3. In questo caso Kvara avrebbe l’opportunità di allargarsi a suo piacimento e il danese potrebbe agire anche come trequartista in appoggio all’immancabile Osimhen.
Una soluzione che, se vogliamo, si è già vista all’inverso nella prima gara con il Frosinone. Raspadori ha infatti agito più da trequartista-mezza punta, accentrandosi spesso, mentre Politano dall’altro lato si è allargato per dare ampiezza alla squadra e dare la possibilità a Di Lorenzo di inserirsi con le sue ormai classiche incursioni da mezzala d’inserimento negli half space.
Dovesse invece davvero scegliere di passare alle due punte, la rivoluzione di Garcia potrebbe prevedere diverse soluzioni tra loro non molto differenti. Con un 4-4-2, ad esempio, potrebbe provare Kvara da seconda punta pura. In quel caso bisognerebbe trovare però un esterno sinistro in grado di giocare in un centrocampo a quattro (Olivera?). In alternativa, potrebbe giocare lui largo sulla sinistra per cercare la superiorità numerica e dialogare maggiormente con uno dei due attaccanti.
Più naturale sarebbe però, per certi versi, un passaggio al 4-3-1-2. In questo modo, innanzitutto, non si snaturerebbe il terzetto di centrocampo, vero segreto dello straordinario campionato del Napoli di Spalletti lo scorso anno. Sulla trequarti potrebbe agire uno tra Lindstrom o eventualmente Gabri Veiga, qualora dovesse arrivare, se non anche Raspadori. In attacco la seconda punta accanto a Osimhen potrebbe essere Kvara, lo stesso Raspa o Cholito.
Insomma, le soluzioni non mancherebbero, ma anche gli interrogativi. Riuscirebbe il 77 georgiano a reinventare i propri movimenti in campo anche giocando più centrale, senza tanto spazio per poter tentare i suoi proverbiali uno contro uno? E Osimhen in che modo si adatterebbe ai movimenti di un altro attaccante che, in un certo senso, potrebbe finire per limitarlo o togliergli spazio?
Domande cui solo il campo potrà dare una risposta. Sempre che Garcia abbia davvero tutta questa voglia di rivoluzione, e non preferisca invece affidarsi a quelle certezze che hanno fatto arrivare il Napoli a 16 punti di distanza dalla seconda in classifica.