L’analisi vede protagonista un ex storico del Milan che, in una lunga intervista, ha parlato del momento vissuto dai rossoneri.
Ha vinto, ma non ha convinto a quanto pare, con Rafael Leao al centro delle critiche secondo quella che è l’analisi stessa dell’ex rossonero.
Era finito al centro delle critiche per la sfida contro il Newcastle, con qualche fischio che è pure arrivato a San Siro per l’MVP della stagione 2021/2022 che, dopo un’annata ottima anche vissuta nella passata stagione, non ha poi trovato altri titoli con i rossoneri. E in un Milan che prova a trascinare, anche con le vesti di capitano, dovrà darsi una svegliata secondo quella che è l’analisi dell’ex allenatore del Milan.
Il Milan ha vinto, ma c’è chi non è convinto né dell’operato di Stefano Pioli, né del momento vissuto da Rafael Leao.
Si è spiegato in un’intervista, quello che è lo storico ex rossonero che ha segnato per sempre la storia del Milan e che ha dunque voce in capitolo sui rossoneri, nonostante la durissima critica che ne fa ai rossoneri e allo stesso calciatore portoghese.
“Troppo svogliato” è stato il tema delle ultime settimane, che ha messo sotto l’occhio del ciclone lo stesso Leao. A parlarne, in un’intervista concessa alla rosea, è Arrigo Sacchi.
Quelle che seguono, sono le parole a La Gazzetta dello Sport, di Arrigo Sacchi. L’ex storico tecnico del Milan ha parlato di Rafael Leao, criticandolo duramente: “Ha fatto un bel gol contro l’Hellas Verona, è chiaro, ma Leao è un problema per il Milan perché oggigiorno i rossoneri dipendono da lui. Questo è un limite. Con il modo di stare in campo che ha e con l’atteggiamento che mostra quando è in campo, per i mancati rientri e la partecipazione che è poca al lavoro del gruppo, non ti fa stare nel collettivo. Deve sacrificarsi di più per il Milan”.
Ha parlato anche di Stefano Pioli, criticandone il suo operato al Milan, Arrigo Sacchi: “La squadra di Pioli non è ancora un collettivo, dovrebbe essere una “fisarmonica” riuscendo ad aprirsi e chiudere quando è opportuno. Il collettivo esalta il talento, non basta l’individualità. In Italia vedo che in pochi hanno capito che il talento serve a poco se non lo sfrutti con il collettivo. Il Milan non ha ancora equilibrio, si è fatto sorprendere dall’Inter, gli attaccanti non rientrano e pure col Verona ha mostrato diversi difetti”.
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