È tempo di bilanci nel lavoro fatto da Paolo Maldini come importante figura dirigenziale del Milan: tanti i colpi top
Un fulmine a ciel sereno. Un divorzio che più inaspettato non si poteva, giunto appena 4 giorni dopo l’annuncio del rinnovo di contratto fino al 2028 di Rafael Leao – una questione che ha impegnato il dirigente notte e giorno per tanti mesi – e all’indomani dell’addio al calcio, e al Milan, di Zlatan Ibrahimovic proprio sul prato di San Siro. Dopo l’ultima giornata di campionato. Che sarebbe poi diventata anche l’ultima partita di Paolo Maldini come Direttore dell’area tecnica del club rossonero.
Tantissimo tifosi del ‘Diavolo’ hanno accolto con sgomento la decisione della proprietà di allontanare la leggenda dal suo ruolo. C’è perfino chi – leggasi il ‘Milan Club’ – ha deciso di modifcare la sua chat in ‘Milan Club Maldini’, invitando gli appassioanti rossoneri a non abbonarsi, a disertare lo stadio, a non acquistare merchandising ufficiale col brand Milan.
Insomma, il figlio del grande Cesare è rimasto nel cuore di tutti: chissà che un giorno, magari non con questa proprietà, non possa tornare la figura di riferimento che era. E il cui lavoro ha prodotto degli indubbi risultati. Diversi organi di stampa, tra cui La Gazzetta dello Sport, si sono divertiti a fare un bilancio del suo lavoro da dirigente in termini di acquisti. Valutandone anche i benefici rispetto ai costi. Ne è uscito un quadro assolutamente lusinghiero.
Del resto, non si vince il premio di ‘Manager dell’anno’ così, per grazia ricevuta. E parliamo di un riconoscimento ottenuto appena 6 mesi fa, con riferimento al lavoro fatto nella stagione precedente. Quella che aveva portato lo scudetto nella bacheca di Via Aldo Rossi. La sinergia con Frederic Massara, fido braccio destro – anch’egli allontanato dal club, ma con una risoluzione di tipo consensuale – ha portato dei grandi risultati, soprattutto in relazione alle relativamente poche finanze a disposizione rispetto agli ambiziosi obiettivi.
Ecco che allora si ricordano con sommo piacere, in ordine cronologico sparso, i colpi Rafael Leao, Fikayo Tomori, Ismael Bennacer, Mike Maignan, Malick Thiaw e Sandro Tonali. Tutta gente che ha visto triplicare o quadruplicare il loro suo valore di mercato una volta arrivata al Milan. E poi non possiamo dimenticarci di Zlatan Ibrahimovic, un colpo in controtendenza con la politica ‘verde’ propugnata a suo tempo dal fondo Elliott, ma redditizio e decisivo nel percorso di crescita del club.
Paradossalmente, proprio quando il portafoglio della proprietà si è aperto, dando l’ok a 35 milioni per l’acquisto cash di un giovane talento belga, Maldini ha ‘sbagliato’. Il flop De Ketelaere per qualcuno potrebbe essere una macchia nella sua brillante carriera da dirigente – costellata da ben 36 acquisti -, ma il colpo andrebbe giudicato negli anni. Forse un giorno diremo che la leggenda ci ha visto lungo anche in questo caso…
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