Il 6 settembre la Cassazione ha stabilito in Roma il foro competente per il processo Prisma. I possibili scenari.
L’inchiesta penale della Procura di Torino, nata a fine 2022 e deflagrata poi il 29 novembre, quando l’intero Cda della Juventus si è dimesso, continua a far parlare di sé.
A livello di giustizia sportiva italiana, dopo la pronuncia del Collegio di Garanzia del 20 aprile scorso e il patteggiamento davanti al Tribunale Federale del 31 maggio, la pagina è stata chiusa. Club condannato a 10 punti di penalizzazione, scontati nello scorso campionato, oltre al pagamento di 718.240 euro di ammenda.
Per quanto riguarda gli allora dirigenti, 24 mesi ad Andrea Agnelli e all’ad, Maurizio Arrivabene. Pena massima per l’ex uomo mercato, Fabio Paratici, ben 30 mesi. Federico Cherubini, responsabile area tecnica, è stato fermato per 16 mesi. Queste le altre ammende: 47mila a Paratici, 35.250 euro a Nedved e 32.500 a Cherubini.
La Vecchia Signora inoltre, è stata punita anche dalla Uefa per violazioni del Fair Play Finanziario. Il 28 luglio i bianconeri sono stati esclusi da tutte le manifestazioni europee. Non bastasse, comminata una multa da 10 milioni, in parte da saldare subito, in parte soggetta ad alcune condizioni.
L’esperto: “Juve condannata con atti acquisiti da chi non poteva”
La Juventus ha iniziato l’attuale stagione col piede giusto quindi. Due vittorie esterne a Udine ed Empoli, in mezzo il pareggio interno col Bologna. A soddisfare la piazza anche il gioco espresso dai sabaudi. A smorzare i sorrisi, il recente affaticamento muscolare a danno di Chiesa. La punta resta in dubbio per il big match di sabato prossimo. Il 16 settembre allo Juventus Stadium infatti arriva la Lazio per il primo scontro Champions. Come detto, la giustizia è tornata a farsi sentire, stavolta ad agio dei bianconeri.
Lo scorso 6 settembre infatti, la Cassazione, accogliendo l’istanza dei legali dei 12 imputati, ha stabilito che il processo nato dall’indagine Prisma si celebri a Roma. Niente Torino quindi, dove tutto era iniziato, in primis con l’ordinanza di oltre 14000 pagine che aveva poi portato alle dimissioni del board della Continassa, Andrea Agnelli in primis.
Si è discusso molto sulle conseguenze che lo spostamento del processo possa avere anche sulle sentenze a danno della Juve. Giova ricordare che giustizia sportiva e giustizia ordinaria si muovono con mezzi e modalità differenti, anche in termini di svolgimento dei dibattimenti. Inoltre, il patteggiamento accettato dalla Juventus lo scorso 31 maggio (ad esclusione del solo Andrea Agnelli, ndr), di fatto ha sancito la legittimità dell’operato degli organi di giustizia sportiva.
Balzarini: “La procura non era competente per la condanna”
Sul punto si è espresso anche Gianni Balzarini sul proprio profilo Twitter. “Premesso che la procura di Roma potrebbe arrivare alle stesse conclusioni è da ora ufficiale che la Giustizia Sportiva ha condannato sulla base di atti acquisiti dalla procura di Torino dichiarata oggi non competente dalla Cassazione”, ha vergato il volto Mediaset.
Per il cronista, urge subito una riforma della giustizia sportiva, anche se in tal senso, a prescindere dalla competenza territoriale, quanto emerso dalle carte a Torino, figlio di intercettazioni e lavoro investigativo, in termini sostanziali non sarebbe stato così diverso se le indagini si fossero svolte a Roma o a Milano. Ovviamente, in termini penali, la parola fine su questa storia si metterà fra almeno tre anni, tempi che la giustizia sportiva non avrebbe potuto permettersi.
IL CALCIOMERCATO NON FINISCE MAI:
Non perdere nemmeno un colpo scarica l’app di Calciomercato: CLICCA QUI