La punta biancoceleste, dopo 7 anni, non è più certo della sua permanenza nella Capitale. I possibili scenari.
L’orizzonte di Ciro Immobile non è più così sereno come poteva sembrare al termine della scorsa stagione. Nonostante un’annata personale contraddistinta da diversi stop per lesioni muscolari ad entrambi gli arti, da capitano della Lazio era soddisfatto per l’insperato secondo posto in classifica. Piazzamento che garantiva il ritorno in Champions, quasi a compensare numeri poco soddisfacenti per una punta prolifica come quella di Torre Annunziata: 12 gol e 5 assist in 3 gare di serie A; 1 in due di Conference; 1 rete e 2 assist in quattro partite di Europa League.
Non solo. Per il cecchino campano anche da Coverciano era giunta una bella notizia. Oltre a quella indossata con l’aquila sul petto, l’erede di Roberto Mancini, Luciano Spalletti, aveva deciso di affidargli la fascia di capitano dell’Italia. Una bella rivincita dopo anni nei quali, tra addetti ai lavori e non, in molti lamentavano l’assenza di un vero bomber azzurro.
Insomma, a inizio anno, tutto lasciava presupporre un rilancio importante per l’attaccante di Maurizio Sarri. Quasi però come un tarlo, qualcosa nella testa dell’attaccante ha iniziato a fare rumore. Immobile ha perso sicurezza, in campo e fuori. A ferirlo di più, le critiche di una ridottissima parte dei tifosi della Lazio.
I dolori di Immobile: un futuro tutto da scrivere
Ciro Immobile e la Lazio, potremmo passare da “storia infinita” ad un “divorzio all’italiana”, citando due cult. Quanto sta scuotendo la parte biancoceleste della Capitale sembrava impossibile fino a qualche mese fa, ma l’attaccante non avverte più lo stesso affetto. Da un lato infatti, la insoddisfazione palesata via social e tramite le radio romane, di qualche ipercritico sostenitore biancoceleste per il rendimento in campo.
Dall’altro, si vocifera, un rapporto con Sarri che non sarebbe più così solido. Per questo Immobile, a più riprese, ad amici e alla stampa, ha ricordato le ricche offerte arabe rifiutate a giugno per restare a Roma. Una decisione a cui lo stesso calciatore, nei momenti più grigi, ha ammesso di ripensare più volte.
La “rivoluzione” di mister 329 gol in serie A, appare ancora più sorprendente, soprattutto dopo la capacità mostrata negli ultimi anni nel subire attacchi di ogni tipo. Da chi ogni giorno, sui giornali, indicava un nome nuovo a Roberto Mancini da schierare al suo posto. Col risultato che in azzurro, vedi Italia-Malta, i centravanti segnano poco o nulla e a salvarci sono i centrocampisti come Barella, Frattesi o il geniale Berardi.
Non solo. Immobile è stato oggetto di una campagna stampa aggressiva, alla fine rivelatasi infondata, per la vicenda tamponi, scoppiata a fine 2020. Procedimento penale che ad Avellino si è concluso, dopo quasi tre anni di indagini, con il proscioglimento di tutti gli imputati in sede di udienza preliminare. La punta, nel momento caldo della vicenda, veniva sbattuta in prima pagina senza neanche mai essere stata iscritta nel registro degli indagati.
Tifosi choccati: che succede se l’Arabia Saudita chiama Ciro?
Paradossalmente quindi, Immobile ha incassato in silenzio l’attacco dei “nemici”, non ha retto invece il tradimento di quelli che riteneva più vicini a lui: i tifosi della Lazio. Questo ha aperto un mare di dubbi nella sua testa che a breve necessitano una risposta. Se l’Arabia Saudita a gennaio tornasse all’attacco, la scelta andrà fatta immediatamente. La Lazio cedendo Immobile, perderebbe una freccia indispensabile, con l’erede da trovare subito. Il capitano azzurro è vincolato fino al 2026 a 4 milioni netti annui. Lotito in estate aveva parlato di almeno 40 milioni, Sergej Milinkovic Savic docet.
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