Il club torinese ancora nel mirino per alcune operazioni di mercato. Il giocatore al centro dell’inchiesta
La vicenda non è ancora finita. La squadra di Massimiliano Allegri, dopo la bufera plusvalenze che lo scorso anno ha portato in Italia alla penalizzazione di 10 punti e ad un’ammenda di 718.000 euro, ha iniziato l’anno in maniera importante.
I bianconeri dopo 12 turni sono secondi in classifica a 29 punti, -2 dalla capolista Inter che affronteranno a Torino il 26 novembre alle 20.45. Un percorso importante per Danilo&Co, soprattutto se si considera l’indisponibilità permanente, a gara in corsa, di due pedine del centrocampo. Come noto infatti, Nicolò Fagioli e Paul Pogba salteranno di fatto tutta l’annata (l’ex Cremonese tornerà solo l’ultima giornata, ndr). Il primo per aver scommesso sul calcio, il secondo per essere risultato positivo al testosterone il 20 agosto al termine del match con l’Udinese.
Proprio un affare di mercato effettuato tra la Juventus e i friulani ha portato ad un’operazione della Guardia di Finanza. Il calciatore oggetto della transazione ora gioca nella Fiorentina.
Affare Juve-Udinese: indagine su Rolando Mandragora
La Juventus e l’Udinese da tanto tempo sono società ritenute amiche. Da molti anni le due compagini si sono scambiate diversi giocatori, tra questi anche Rolando Mandragora. Il centrocampista napoletano, 26 anni lo scorso 29 giugno, attualmente è sotto contratto con la Fiorentina fino al 2026. Il mediano mancino è approdato a Firenze nell’estate 2022, 8,2 i milioni alla Juventus. Nel mirino della Procura di Udine – la cui inchiesta per competenza è figlia dell’indagine Prisma esplosa a Torino nell’autunno del 2022 – il passaggio di Mandragora dalla Juventus all’Udinese per 20 milioni avvenuto nel 2018. Nella transazione era prevista una clausola di recompra per la Vecchia Signora. Diritto esercitato nel 2020, quando il giocatore tornò alla Continassa per 15 milioni.
Come riporta l’Adnkronos, la pm Lucia Terzariol sta valutando l’ipotesi di tre possibili reati. Si parte con il falso in bilancio, passando per l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza (la Juventus è anche quotata in Borsa, ndr), finendo con la dichiarazione fraudolenta mediante documenti falsi. Già lo scorso 3 novembre scorso, riporta il Messaggero Veneto, i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza hanno effettuato una perquisizione nella sede del club dei Pozzo.
La notifica del decreto era destinata al presidente dei friulani, Franco Soldati, oltre al vicepresidente Stefano Campoccia e alla stessa Udinese calcio. La proprietà risponde in virtù della legge 231 del 2001, quella sulla responsabilità penale specifica delle persone giuridiche. la Juventus, dal canto suo, per questa fattispecie è imputata nel processo Prisma a Torino.
L’avvocato del presidente Soldati: “Operazione regolare”
A illustrare lo stato dell’arte, il procuratore capo di Udine, Massimo Lia . “Un’attività dovuta, dopo che i colleghi di Torino ci hanno trasmesso gli atti di nostra competenza territoriale. Le perquisizioni sono servite ad acquisire i dati necessari a capire come, contabilmente, l’operazione sia stata gestita e accertare così se ed eventualmente quali reati contestare”, ha riferito il titolare dell’indagine.
Ostenta serenità invece Maurizio Conti, il legale di Soldati. “L’operazione di cessione dei diritti sportivi è regolare e tutte le appostazioni contabili riflettono movimenti di denaro realmente avvenuti”, ha spiegato l’avvocato. Bocche cucite invece nel club friulano, difeso dall’avvocato Maurizio Miculan.