L’ex bomber Paolo Di Canio non ci crede e non le manda a dire: ecco cosa lascia perplesso l’allenatore italiano.
Sarebbe inutile star a ripetere i mille motivi per cui Paolo Di Canio è stato uno dei personaggi sportivi italiani più discussi dell’ultimo ventennio. Per quanto riguarda il genio e la classe in campo dell’attaccante romano, nulla da eccepire, ma anche lui ha avuto le sue controversie. Eppure ha sempre trovato il modo di farsi amare dalle sue tifoserie sia in Italia che all’estero.
In Premier League ha giocato con diverse divise: Sheffield Wednesday, West Ham e Charlton, facendosi ammirare a fine anni Novanta per un gesto di enorme sportività. Con il portiere a terra infortunato, quando gli si presentò l’occasione di fare gol a porta spalancata, Di Canio fermò il gioco prendendo il pallone con le mani e richiamando l’attenzione dell’arbitro. Anche questo fa parte dell’essere Di Canio.
Ma oltre ad essere un esempio di sport e correttezza, come è noto, l’opinionista ed allenatore classe ’68 è anche uno che non le manda a dire. Se è deluso da una squadra non ha nessun problema ad essere sincero e stavolta lo è ancor di più perché a parlare è il suo cuore. Infatti, l’ex attaccante che ha vestito anche maglie come quelle di Milan, Napoli e Juventus, non ha mai smentito di essere un grandissimo tifoso della Lazio. Con i biancocelesti ci ha giocato dapprima dal 1987 al 1990 e poi dal 2004 al 2006.
Di Canio choc, il bomber è davvero sconvolto
Nel pre partita che Sky ha dedicato quindi a Lazio-Atletico Madrid, non si poteva sperare che aver di meglio come opinionista, proprio di Paolo Di Canio. Ex biancoceleste ed attuale tifoso della Lazio ha detto subito la sua: “Da due anni la Lazio doveva pescare sul mercato qualcosa di alternativo a Ciro Immobile. Si invecchia tutti. Non è detto che non possa giocare, ma prima faceva 36-37 partite”.
Così Di Canio ha ammesso la sua delusione per il mercato della Lazio, il tecnico che ha allenato Swindon Town e Sunderland. L’ex attaccante torna alla passata stagione ammettendo che la sua non è una dichiarazione di colpe verso Ciro Immobile, che dal canto suo ha ormai 33 anni, ma che ad esempio l’anno scorso alla Lazio è mancato letteralmente un attaccante per cinque o sei mesi.
Ed ancora, l’ex biancoceleste spiega ancora le sue ragioni: “Difficile che questo giocatore possa rimanere così importante, ma una punta importante andava presa ed invece Castellanos è un ragazzo. Serviva qualcosa di diverso“, ha concluso.