Per l’esterno brasiliano nessuno sconto da parte della giustizia spagnola. Respinta anche l’ultima istanza dell’avvocato.
L’ex calciatore della Juventus resta nel carcere di Brians II, a Barcellona, dove è recluso dallo scorso 20 gennaio. L’accusa a suo carico è di quelle pesanti e che colpiscono l’opinione pubblica: stupro.
A denunciarlo una ragazza di 23 anni, incontrata la sera del 30 dicembre scorso nella discoteca Sutton di Barcellona. Secondo la presunta vittima, il nazionale verdeoro l’avrebbe fatta avvicinare da un dipendente del locale.
Dopo i primi approcci, l’uomo avrebbe invitato la donna ad appartarsi in una stanza che poi era uno dei bagni del locale. In quel frangente, durato 17 minuti come da testimonianze, si sarebbe consumata la violenza.
Ad inguaiare la situazione di Alves la sua affidabilità. Il calciatore infatti, in un crescendo di dichiarazione, alla quarta versione ha ammesso di avere avuto un rapporto completo con la ragazza, secondo lui sempre consenziente. Nel corpo della ragazza, inoltre, è stato rinvenuto il liquido seminale del recluso.
Il Tribunale teme la fuga: Alves resta in carcere
Sono passati quasi cinque mesi da quando Dani Alves ha varcato i cancelli del carcere catalano. Purtroppo per lui, come riporta as.com, la terza sezione del Tribunale di Barcellona ha rigettato l’istanza presentata dai suoi legali, diretti da Cristóbal Martell.
La difesa del detenuto chiedeva la liberazione, sostenendo che avendo i due figli a Barcellona non avrebbe avuto motivi per lasciare il Paese. Ad aiutarlo in questa fase anche la prima moglie Dinora Santana. La donna infatti aveva lasciato il Messico per iscrivere i due figli avuti col giocatore in una scuola di Barcellona.
In particolare, nell’ordinanza i giudici sembrano accogliere la tesi di un “progetto fittizio” di vita in Spagna. Così l’aveva definito Ester García, l’avvocato della denunciante. Garcia ha sottolineato come i due ragazzi, in realtà, in questo momento ancora vivano in Messico. Secondo al difesa della donna, il giocatore a livello economico potrebbe permettersi di “cambiare di nuovo il Paese se volesse fuggire“.
Il giudice inoltre, in merito ad un’altra misura alternativa, scrive che nessuna tra queste “può neutralizzare con sufficienti garanzie” il rischio di evasione. Per lo staff legale di Cristóbal Martell quindi un’altra sconfitta pesante e la sensazione che la situazione non cambi fino alla celebrazione del processo.
Infine, a rendere più complicata l’applicazione di un’altra misura, anche il fatto che tra Spagna e Brasile non vi sia un trattato di estradizione. Ragione questa che non aiuta il giocatore che lo scorso 6 maggio ha festeggiato 40 anni tra le sbarre. Per lo stupro in Spagna previsti fino a 12 anni di galera.