Nuova rivoluzione in uno dei più grandi club della storia del calcio: i risultati negativi potrebbero costare caro all’allenatore
La ‘maledizione Ferguson’ sta per colpire anche Erik ten Hag. Il tecnico olandese sembrava essere riuscito, almeno in parte, a venir fuori dalla crisi profonda che il Manchester United sta attraversando nell’ultimo decennio. Lo aveva fatto con scelte importanti, come l’allontanamento di Cristiano Ronaldo, e con risultati comunque accettabili, considerando il periodo di magra.
Lo scorso anno i Red Devils sono riusciti a terminare la Premier al terzo posto e a vincere la Carabao Cup, un trofeo che da quelle parti mancava dal 2017. E questo dà a ten Hag ancora un minimo di credito. Ma in questa stagione le cose sono iniziate malissimo, e se non troverà una quadra in poco tempo il suo destino sembra già scritto.
D’altronde, le aspettative quando sei l’allenatore del Manchester United sono sempre altissime, nonostante sia ormai un decennio che i Red Devils non fanno più paura praticamente a nessuno. Perché dopo la fine nel 2013 dell’epopea di sir Alex, durata venticinque anni e decine di trofei, in tanti hanno provato a riportare in alto lo United, fallendo miseramente.
Da Moyes a Rangnick, da van Gaal a Solskjaer, passando per Mourinho e per ex leggende dello United come Giggs e Carrick. Tecnici diversi tra loro, lontani per idee, per metodologie, anche per curriculum e appartenenza.
Tutti inesorabilmente ‘bruciati’ da un club che da tempo sembra aver smarrito la retta via. E che sta per inghiottire anche il buon Erik, fino all’approdo a Manchester considerato uno dei migliori tecnici in Europa.
Se negli ultimi dieci anni, dal ritiro del tecnico scozzese, i Red Devils hanno riempito la bacheca ‘solo’ con una FA Cup, due Carabao, una Europa League e un Community Shield (una miseria per un club che ha visto 67 trofei in tutta la sua storia), la colpa non può essere di ten Hag.
Ma le difficoltà in cui in questo momento imperversa la squadra non possono che essere ricondotte a lui. Un allenatore costretto a fare i conti con le accuse gravi contro Antony, con la ribellione del talento Jadon Sancho, finito fuori rosa, con tanti problemi che col campo non hanno nulla a che vedere, ma che stanno pesando moltissimo sull’andamento della squadra. E di conseguenza sul suo futuro.
I risultati al momento non sono infatti per nulla incoraggianti. Il Man Utd è decimo in Premier League con nove punti, frutto di tre vittorie e ben quattro sconfitte. Tra le big, solo il Chelsea ha fatto peggio finora. E in Champions non va meglio, con due sconfitte su due contro il Bayern a Monaco e con il Galatasaray in casa, complici le incertezze di Onana.
Un rendimento da incubo che potrebbe costare carissimo a ten Hag, ormai privo di qualunque tipo di protezione da parte della stampa e dell’ambiente. Le cose si stanno dunque mettendo malissimo per l’ex allenatore dell’Ajax, che dovrà aggrapparsi esclusivamente ai risultati per cercare di mantenere una panchina conquistata con fatica ma che negli ultimi tempi sembra essergli sfuggita di mano.
E non a caso cominciano a circolare anche i nomi dei possibili sostituti, se le cose dovessero precipitare ulteriormente. Tra le varie soluzioni ‘interne’ si fa strada in particolare l’ipotesi suggestiva di un tecnico che forse potrebbe rimettere ordine in un ambiente nel caos più totale: Zinedine Zidane.
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