L’indipendenza del mondo dello sport da quello della politica. Un grande dirigente italiano lancia accuse pesanti.
Il tema della giustizia sportiva è riemerso fortemente prima, durante e dopo i procedimenti sportivi che hanno riguardato la Juventus. Un lungo iter fatto di deferimenti, istanze, sentenze revocate, che alla fine hanno prodotto 10 punti di penalizzazione e 718.000 euro di ammenda alla Vecchia Signora.
In gioco resta ancora l’ex presidente, Andrea Agnelli, che ha rinunciato al patteggiamento perché vuole difendersi, probabilmente, anche presso il giudice ordinario. L’ultima riforma della giustizia sportiva è datata 30 maggio 2014, voluta dal presidente del Coni.
“È un momento epocale, era doveroso e auspicato, siamo andati con la logica del buonsenso”, disse in conferenza stampa Giovanni Malagò. Tra gli autori materiali dei nuovi codici anche il professor Giulio Napolitano, figlio dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Tra le novità introdotte nel 2014 dalla riforma voluta dall’inquilino del palazzo H, l’introduzione del Collegio di Garanzia e della Procura Generale dello Sport. Allora come oggi, nel mirino i tempi dei procedimenti, spesso con uno scambio di battute al curaro tra i rappresentanti della giustizia endofederale e quelli operanti presso il Coni.
Chi in realtà sembra avere le idee molto chiaro sul tema è Gianni Petrucci, attuale presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, già presidente del Coni dal 28 gennaio 1999 al 14 gennaio 2013.
“Politica e sport dialogano e vanno insieme solo spiritualmente. A parole procedono uniti, nei fatti non vedo punti di avvicinamento. Troppe le ingerenze”, ha ribadito al Corriere della Sera l’ex vicepresidente della Roma. Petrucci di fatto ha sempre lavorato nelle istituzioni sportive, proprio non apprezza questa apparente volontà di mettere le mani nel mondo degli atleti: “Ogni volta che cambia il governo si parla di riforma dello sport. Ma è mai possibile?”.
Petrucci non avverte la necessità di un nuovo corso della giustizia sportiva, neanche dopo il caso Juve. “Se il Coni proporrà una riforma voterò contro”, ha ribadito Petrucci. La gestione dello sport italiano, leggi soprattutto finanziamenti, è cambiata ad ottobre 2018, quando è stata soppressa la Coni Servizi – diciamo il braccio amministrativo del Foro Italico – per essere sostituito da Sport e Salute, ente di nomina statale.
“Soffro tanto, nel vedere il Coni ridotto così. Ero favorevole alla riforma Giorgetti, ma poi con Sport e Salute si è andati in tutt’altra direzione”, ha sentenziato l’ex commissario straordinario della Figc.
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