Una stagione infinita quella dei processi che coinvolgono bianconeri del passato e del presente. I dettagli.
Lo scorso 30 maggio, il Tribunale Federale Nazionale, chiamato in primo grado a valutare le eventuali violazioni sulle manovre stipendi della Juventus nel biennio 2019-2021, aveva accettato la proposta di patteggiamento raggiunta dal procuratore federale, Giuseppe Chinè e dai legali della Juventus. Ad esito di una stagione molto sofferta, iniziata il 20 gennaio con la penalizzazione di 15 punti per le cosiddette plusvalenze fittizie – indagine FIGC nata dalla segnalazione Consob e soprattutto dall’inchiesta Prisma della Procura di Torino – la Vecchia Signora aveva salvato il salvabile, citando Edoardo Bennato.
La pena definitiva per il club ammontava a 10 punti di penalizzazione, oltre a 718.000 euro di ammenda. In sostanza, per le presunte irregolarità nei bilanci del biennio Covid, la Continassa ha pagato solo a livello economico, non in termini di classifica.
L’accordo siglato in sede di giustizia sportiva italiana, oltre alla rinuncia dei deferiti ad ogni altro ricorso, in tutte le sedi giudiziarie, cristallizzava le condanne già emesse per le plusvalenze. L’ex ds Fabio Paratici inibito per 30 mesi, l’attuale ds, Federico Cherubini. punito con 16 mesi così come l’ax ad, Maurizio Arrivabene. Per Andrea Agnelli, i mesi erano stati 24. L’ex presidente non ha firmato il patteggiamento, lunedì 10 luglio il Tribunale Federale Nazionale si è espresso in merito alle manovre stipendi e ai rapporti irregolari con gli agenti.
Agnelli: batosta per le manovre stipendi
Andrea Agnelli, a novembre scorso, così come tutto il CDA da lui presieduto, dopo la diffusione dell’ordinanza della Procura di Torino dell’inchiesta ‘Prisma’, oltre 14.000 pagine, ha rassegnato le dimissioni. L’ex presidente dell’Eca era già nel mirino quale fautore della Superlega, progetto che gli ha portato l’ostracismo di Uefa e Fifa, leggi dei presidenti Aleksander Ceferin e Gianni Infantino.
Agnelli il 30 maggio scorso ha detto no all’accordo con la Procura. Per lui le cose non sono andate come previsto perché lunedì 10 luglio, la corte guidata da Carlo Sica ha emesso al seguente sentenza: 16 mesi di inibizione e 60mila euro di multa. In questo procedimento siamo solo al primo grado, mancano anche Corte d’Appello Nazionale, Collegio di Garanzia presso il Coni ed eventuale istanza al Tar del Lazio.
Proprio il tribunale amministrativo, l’11 luglio si pronuncerà circa il ricorso di Andrea Agnelli contro i 24 mesi di squalifica. L’ex numero 1 bianconero ha presentato anche una richiesta di risarcimento danni. Tornando alla condanna a 16 mesi, l’esito è arrivato dopo che le parti sembravano propense ad una nuova formula di patteggiamento, tanto che l’udienza era stata rinviata due volte. Così non è stato e per Agnelli ora il totale dei mesi di inibizione sale a 40. Un quasi record del quale il diretto interessato avrebbe fatto volentieri a meno.