Jannik Sinner ancora nel mirino: il tennista italiano, numero 4 al mondo, è oggetto di una rivelazione clamorosa
Avete presente quella frase in cui si comunica un concetto e poi si competa subito con un ‘ma’? Ecco, prendete l’avversativa, e tenetela. Aggiungete: “Mi piace Sinner”. Risultato: lo stesso, rendere evidente al nostro interlocutore che la prima parte della proposizione, la principale si direbbe in analisi del periodo, è falsa.
Perché non hai bisogno di specificarlo, se ti piace il tennista italiano più in forma del momento, fresco vincitore, con l’Italia, della Coppa Davis, arrivato in finale agli Atp Finals, vincitore di altri quattro tornei nel 2023 tra 500 e 1000, beh, anche in quel caso non è necessario dirlo, specie se dopo elenchi una serie di critiche al suddetto Sinner che, ricordiamolo, ha solo 22 anni, e quindi una carriera davanti.
Lo ha ammesso persino Novak Djokovic, numeri alla mano: il miglior tennista di sempre, a Torino, che l’altoatesino sarà uno dei primi tre al mondo quando deciderà di appendere la racchetta al chiodo. Adesso che Nole corre ancora tra cemento, terra rossa ed erba, tra l’altro, è già numero 4, ed è un attimo che ci arriva prima di allora a essere in top three. Non tutti la pensano allo stesso modo, o perlomeno, non tutti ammettono che la crescita di Sinner, specialmente nell’ultimo anno, lo porterà a un percorso lungo ai vertici del ranking Atp. Se anche lo pensano, poi, diranno che prima di lui ce ne sono stati altri, in Italia, a farlo, e quindi vi piace Sinner, ma….
Panatta su Sinner: “Fortissimo, ma mio fratello ha reso il tennis popolare in Italia”
Anzi, meglio: “Sinner è fortissimo, ma Panatta ha reso il tennis popolare in Italia”, come ha detto il fratello di Adriano, quello che con Paolo Bertolucci aveva vinto l’altra unica Coppa Davis per gli azzurri, Claudio. “Adriano giocava un tennis bello e difficile, inimitabile. Come lui non c’è nessuno”, sono tra i motivi che gli fa dire questo in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, la stessa in cui ha rivelato anche di non essere mai stato invidioso del vincitore del Roland Garros del 1976.
Perché esserlo, allora, di uno come il tennista di San Candido? Ma no, siamo sicuri che la frase su di lui, quel “Mi piace Sinner, ma…”, è solo un modo per far splendere ancora di più il nostro gioiello. In ogni caso, facciamogli vivere questo presente, che tanto male poi non ci sembra. Anzi.